Immagina un anno composto da 13 mesi perfettamente equilibrati, ciascuno della durata di 28 giorni. Un calendario in cui il giorno 1 cade sempre di lunedì e il 28 sempre di domenica. Ogni mese avrebbe esattamente 4 settimane, senza giorni dispari o frammenti da gestire. Questo sistema, oltre a essere matematicamente armonioso, sarebbe anche sincronizzato con i cicli naturali della Luna — 13 cicli lunari in un anno, ciascuno di circa 28 giorni.
Questo calendario, basato su 364 giorni, lascerebbe un giorno extra che potremmo chiamare il “Giorno di Riposo” o “Giorno Fuori dal Tempo”, dedicato alla celebrazione della vita, dell’unità e della connessione universale.
Osservando la natura, troviamo un incredibile parallelismo con questo sistema: il guscio delle tartarughe, ad esempio, presenta 13 segmenti principali, che possono essere associati alle 13 lune di un anno. Ogni segmento è circondato da 28 scaglie minori, riflettendo i 28 giorni del ciclo lunare. Questo simbolismo, presente in molte culture antiche, suggerisce un legame profondo tra il nostro concetto di tempo e il mondo naturale.
Molte civiltà antiche, tra cui gli scozzesi, i norvegesi, i polinesiani e i nativi americani, utilizzavano un calendario di 13 mesi. Questo sistema non solo rispecchiava il ciclo lunare, ma fungeva anche da connessione con i ritmi cosmici del Sole, della Luna e delle stelle. È interessante notare come, con l’introduzione del calendario gregoriano, questa armonia sia stata interrotta, creando una separazione tra l’umanità e il tempo naturale.
Una delle civiltà più affascinanti a utilizzare un calendario di 13 mesi fu quella dei Maya, con il loro Tzolkin. Questo calendario era basato sui cicli della Luna e delle Pleiadi, e ogni mese contava 28 giorni. Il giorno extra, chiamato “Giorno Fuori dal Tempo”, corrispondeva nel nostro calendario gregoriano al 25 luglio. Durante questa giornata speciale, i Maya celebravano l’unità, l’arte e l’armonia. Era un momento di festa e riflessione, in cui la comunità si riuniva per celebrare la vita e la coscienza universale.
Il calendario di 13 mesi offre una visione del tempo più connessa e naturale. Questo sistema elimina la confusione generata dall’attuale divisione di 12 mesi, dove settimane e giorni si distribuiscono in modo irregolare. Tornare a un calendario sincronizzato con i cicli lunari potrebbe aiutare a ristabilire un senso di equilibrio, sia personale che collettivo.
In un mondo che spesso sembra accelerare senza sosta, un sistema del genere potrebbe offrirci un ritmo più umano, un invito a rallentare e ad ascoltare i cicli della natura. Il “Giorno di Riposo” sarebbe un tempo dedicato alla celebrazione della vita, alla gratitudine e alla riconnessione con ciò che conta davvero.
Sebbene il calendario gregoriano sia ormai radicato nella nostra società, l’idea di un anno con 13 mesi continua a ispirare molti. Non è solo una questione di numeri, ma una proposta per vivere in armonia con il tempo, il cosmo e la natura. Forse, un giorno, potremmo riscoprire questa antica saggezza e usarla per creare un mondo più connesso e consapevole.
Dopo tutto, il tempo non è solo una misura: è un’arte. E spetta a noi scegliere come viverlo. Cristina Furlani